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Didattica a distanza contro ritorno a scuola

Cosa cambierà nella scuola Che cosa resterà della Didattica a Distanza, da tutti chiamata #DaD, cosa ci ha insegnato questa pandemia?

Penso poco e forse niente, visto il crescente numero di articoli e post che ne decretano, senza possibilità di ricorso, il fallimento.


Io però mi chiedo come si può giudicare il fallimento di un’esperienza quando questa non è stata valutata e sopratutto senza un’analisi di cosa può essere migliorato perché funzioni.

Si valuta il rendimento degli studenti con gli stessi metodi della scuola ordinaria, ma la stessa scuola ci insegna che non possiamo comparare le pere alle mele, perché appartenenti a due insiemi ben distinti.

Io credo, che si decreti il fallimento perché è troppo faticoso pensare a un cambiamento, anche solo parziale della didattica, e perché pochi sono gli investimenti che si vuole fare, sia di tipo finanziario da parte dei ministeri, che personale da parte deli insegnanti, fulcro del sistema educativo, e “Chiave di Volta” per il cambiamento.


Ora se didattica deriva dal greco διδάσκω, cioè "insegnare", e ci indica la teoria e la pratica dell’insegnamento. Insegnare significa esporre, spiegare qualcosa in modo che venga appreso. Etimologia dal tardo latino insignare “incidere, imprimere dei segni” (sottinteso nella mente).

E il suo significato comprende anche spiegare qualcosa, fornendo informazioni (come quando mi insegni un alfabeto) o mostrando con l'esempio (come quando mi insegni ad attaccare un bottone), al fine di fare apprendere una conoscenza o una capacità.

Perché vogliamo legarla ad un #aula di #scuola? A un metodo che forse è diventato obsoleto e non più adatto al pubblico che si siede dietro quei banchi in quelle aule?

Questa epidemia necessita di rivedere come la scuola, il sistema educativo e la didattica in generale vengono messe in pratica. Occorre pensare che la didattica in classe, come la didattica a distanza non possano essere viste in maniera totalitaria. Possono benissimo collaborare e unirsi nello sforzo di rendere il percorso educativo più interessante, flessibile e adattabile alle esigenze di ogni singolo studente.


La didattica in classe ha i suoi vantaggi, permette la socializzazione, crea un ambiente di apprendimento che va oltre il mero comunicare un sapere, che permette di apprendere cognizioni grazie all’esempio, ma non tutti gli studenti apprendono nello stesso modo e alcuni tra loro necessitano un assistenza specifica. La didattica in classe è ben regolamentata ha orari chiari, metodi, supporti definiti.


La Didattica a Distanza messa in opera durante questa emergenza è stata improvvisata, non esistono linee guida ne una politica chiara della sua messa in opera. Eppure può essere un ottima opportunità per integrare opzioni di supporto agli studenti con ritardi di apprendimento o che richiedono un aiuto specifico, permette di essere un mezzo per gli studenti per poter rivedere i contenuti e usarli come metodi di ripasso.

Non è possibile tornare alla scuola come era prima di questa epidemia, vorrebbe dire voler tornare indietro nel tempo, cosa che non si può fare, dobbiamo piuttosto accettare il cambiamento, evolverci, e far evolvere il sistema educativo imparando, innovando, e rischiando … esplorando nuove opzioni …. E magari provare a entrare in quel terreno insidioso che è il dialogo con chi l’educazione la deve ricevere non solo con chi la deve impartire o decretare.

Cosa dicono gli #studenti? Quale scuola vorrebbero? Come dovrebbe essere per loro la #nuovascuola?

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